Tradizione, religiosità e folkore

Miscuglio di culti religiosi ed antichissimi riti pagani, la terra salentina è ricchissima di feste patronali; di fiere, retaggio di un’economia agricola che vedeva i mercati quali sede di scambio per attrezzi e bestiame; e di sagre, un tempo uniche occasioni di divertimento collettivo. Oggi tutto questo costituisce ponte e legame con tradizioni che ben volentieri accolgono Chi desideri avvicinarle. Tra luminarie, processioni, bande operistiche, fuochi d’artificio, “focare”, “pizziche” , “tarantate”, nonché varie degustazioni tipiche, lasciatevi affascinare dal sentiero dei riti storici. Potrebbe sorprendere.

Imperdibile a Leuca, nel mese di maggio la manifestazione “Ville in festa”. In questa giornata, le preziose ville ottocentesche di S. Maria di Leuca vengono aperte ai visitatori: vi si possono ammirare le particolari caratteristiche storiche ed architettoniche in un percorso guidato che viene accompagnato da degustazioni eno-gastronomiche tipiche del luogo.

Come non assistere poi il giorno di Ferragosto, sempre a Leuca, ai festeggiamenti per “l’Assunzione della Madonna in cielo”. La festa della Madonna a Leuca inizia il 14 agosto quando la statua della Madonna viene condotta sino alla chiesa del Cristo Re. Da qui, poi, si sposterà il 15 agosto con una lunga e sentita processione per le vie del paese, detta “l’intorciata”, quando un mare di fiaccole accese portano in processione la statua dell’Assunta illuminandone il cammino, per poi concludere il tragitto in mare. Una volta giunta al porto, la statua viene fatta salire su un peschereccio estratto a sorte ed addobbato per la particolare occasione. Seguito in una suggestiva processione da paranze, barche e dalla banda musicale, il peschereccio trasporta la statua fino alla Marina di San Gregorio e da qui fa ritorno.
Al rientro la celebrazione della S. Messa e a conclusione della serata, il cielo è illuminato dal rituale spettacolo di fuochi pirotecnici. La festa continua poi fino a notte inoltrata, con numerose bancarelle di dolciumi e specialità gastronomiche, le luminarie, e concerti di musica popolare.

E’ a Lecce (13 dicembre) il delizioso mercatino delle statuette di terracotta e cartapesta raffiguranti le figure del Presepio. Realizzate da abili mani, rendono più prezioso il nostro Natale. Mentre lo aspettiamo, doveroso un salto nel retaggio pagano del culto del fuoco: a Spongano (22 dicembre) con la “Festa delle panare” – cesti di vimini decorati pieni di sansa a cui si dà fuoco in un rito propiziatorio – sacro e profano si incontrano… ed è già Natale. La magia dei vari Presepi raggiunge l’apice a Tricase e Castro (25 dicembre), nei presepi viventi pieni di quei bagliori che ritroviamo anche nelle “focare”: antichi riti pagani propiziatori e di purificazione che la Chiesa ha poi cristianizzato. Con i fuochi sparsi ovunque – a Novoli (16/17 gennaio) quello storico e più grande dei paesi del Mediterraneo – il buio è meno buio e gli spiriti malvagi, spaventati da tanta luce, si allontanano. Un po’ di cenere o un tizzone da portar via ci porterà Fortuna. Sì…ancora una volta, il Santo ci proteggerà.

Retaggio delle varie culture che hanno attraversato la Terra Salentina, i riti pagani sono stati resi ortodossi dalla Chiesa. E la “Candelora” (2 febbraio in tutte le chiese) non è da meno: la benedizione delle candele deriva dagli antichi Lupercali, anche essi poi cristianizzati. A Martano, la domenica successiva, se ne tiene un’antica fiera in cui è presente, soprattutto, l’allevamento di cavalli. Da qui al Carnevale, poi, è un attimo: discendendo dai Saturnali Latini, avvolge di brio ed allegria i famosi Carri di Gallipoli (sabato, domenica e Martedì Grasso). Siete pronti a tutto? A farla da padrona, poi, è la festività di S. Giuseppe: immaginate – nelle abitazioni private (Giurdignano, 19 marzo) – una tavolata imbandita per voto. Tredici pietanze compongono da tradizione il pasto. I commensali? Personificano S. Giuseppe, la Madonna ed altri Santi. Riti e miti si incontrano, qui, ad un passo da noi. E da Voi.

Il Salento culla leggero il sentimento popolare. Come a Gallipoli: il Venerdì Santo (6 aprile), quattro confraternite di incappucciati, a passi lenti, guidano una lunga processione fino all’alba. O come a Calimera con il rito di passare, il Lunedì di Pasquetta, attraverso il foro di una pietra posta nella chiesetta di S. Vito. O come nell’antico pellegrinaggio che, in aprile, porta a piedi da Lecce al Santuario di S. Maria di Leuca. Da lì alle pietanze tipiche della tradizione contadina proposte nelle prime sagre e ai riti propiziatori – un tempo pagani – che invocano abbondanza e fertilità (Sannicola, “La Primavera de lu Masciu”, 2/3 settimana del mese), il passo è breve. Tutto è un richiamo a vivere all’aperto, la bella stagione ci abbraccia. E’ la Rinascita.

Le giornate si allungano invogliando a passeggiate spensierate, le feste patronali cominciano a mostrare le loro luminarie. Tra le tante, quella di Calimera (21 giugno) ha una tradizione singolare : appesi per le vie del centro brillano, suggestivi ed affascinanti, numerosi lampioncini fatti di canne e carta velina dai cittadini stessi. Nei giorni seguenti a Borgagne (24/26 giugno fine giugno) inizia “Borgoinfesta”, festa d’apertura dell’estate salentina: trascorrendo lì la notte di S. Giovanni, tra giullari e acrobati e sputafuoco e giocolieri, è possibile imparare i ”Riti della Rugiada” legati alla magica Notte del 24 giugno. A Galatina poi, nei giorni della Festa dei SS. Pietro e Paolo (28/30 giugno), tamburelli e “pizziche” sostengono le danze delle “tarantolate” con frenesia terapeutica, la stessa dei riti Sufi, spingendo tutti a muovere mani e piedi a ritmo di musica. Oops…! Morsi anche noi dalla “taranta”?

Ricco anche di sagre, il mese vede l’impareggiabile maestria dei paratori salentini allestire le luminarie della Festa di S. Domenica a Scorrano (5/7 luglio): migliaia di piccole luci colorate riproducono finemente iconografie di Santi, monumenti ed antiche architetture. La gara nazionale di fuochi d’artificio, accesi anche a ritmo di musica, consolida il motivo per cui andarci: stupore, meraviglia, incanto ed ammirazione catturano occhi e cuore. Per sempre. Altrettanto suggestiva è la luce del tramonto che nel mare di Gallipoli vede snodarsi da due secoli, durante la festa di S. Cristina (23/25 luglio), una lunga processione di barche dietro la statua della Santa. In religioso silenzio la fede offre se stessa. Come anche a Martignano, nel giorno della Festa di S. Pantaleone (26/27 luglio), quando i fedeli rivestono di oro e soldi la statua del Santo. Per devozione, la Grazia arriverà.

Ritroviamo i profumi della cucina salentina nella storica “Festa della municeddhra” a Cannole (10/13 agosto): la tradizione remota e semplice di cuocere le lumache, qui, accende la festa ed accoglie nella notte vortici di persone. Gli stessi vortici che, dopo un salto devoto ad Otranto (14 agosto) per la Festa dei SS. Martiri, abbracciano a Torre Paduli (15 agosto) l’antica “Danza delle Spade”, dove tra sfide e combattimenti, al ritmo ossessivo dei tamburelli, gli uomini si misurano nella “pizzica- scherma”. Il “Concertone finale” della Notte della Taranta a Melpignano (27 agosto) costituisce quindi apice di una serie di concerti che in diverse città del Salento fanno della “pizzica” ritmo che scorre nel sangue. E poi… poi, a Lecce, la Festa di S. Oronzo (24/28 agosto) sancisce la fine della bella stagione: accattivanti le centinaia di bancarelle ricche di prodotti artigianali e tipici, molto belle le luminarie. Gli occhi che luccicano, il saluto all’estate è d’obbligo. A’ la prochaine!

Arriva l’autunno e l’uva comincia a maturare: lo sanno bene a Carpignano Salentino, dove ogni anno si ripete (1° Week End di settembre) la storica “Festa de lu mieru”, regina delle Sagre Salentine. Mentre si brinda alla vendemmia con ottimi vini, gustando la cucina tradizionale e ballando i ritmi nazional-popolari, può capitare a fine serata di assistere alla scatenata battaglia a colpi di sedano conosciuta come “lanciu te lu lacciu” (lancio del sedano). Prosit! Dal profano, alla sacralità dell’emozionante processione di barche che ad Otranto (1 domenica di settembre) vede pescatori e marinai scortare su un peschereccio la “Madonna dell’Altomare” fino al porto; ed alla Santità di Estasi e Voli di S. Giuseppe da Copertino, festeggiato nella Sua città natale (16/19 settembre) tra splendide luminarie e fuochi pirotecnici. Un sorriso ancora, please!

Evento clou dell’Autunno Salentino, a Martano la Sagra “te la volia cazzata” (2 decade di ottobre) è gemellata con la “Festa del Risotto di Villimpenta” (Mantova). Così, accanto ad una delle tipiche preparazioni delle olive ed ai piatti della cucina tradizionale, compaiono profumi di risotti, polente e lambrusco. Bel mix, a sottolineare la calorosa accoglienza salentina. La stessa che ritroviamo alla Fiera di Ognissanti (1 novembre ) a Carpignano, legata al mondo rurale per il commercio di animali. Dall’anno 1000, all’approssimarsi dell’inverno, qui si trovano prodotti di ogni tipo. E l’inverno ormai prossimo chiede forte di scaldarsi: ecco la “festa del Vino Novello” di Leverano (1 settimana di novembre) dove, tra saltimbanchi e mangiafuoco, si aspetta il momento esatto per stappare le bottiglie delle nuove annate; ecco poi la “focara” di S. Andrea a Presicce (29 novembre). I riti – pagani – del Fuoco hanno inizio.

Testi tratti da WelcomeBox